L'uscita del Volume I è fissata per il prossimo 3 aprile, ma già da alcune settimane, Nymphomaniac, la pellicola che conclude la “Trilogia della Depressione” di Lars von Trier, iniziata con Antichrist e Melancholia, è oggetto di polemiche e discussioni, per le scene di sesso esplicito e per l'esposizione di genitali. C'è chi ha parlato di “pornografia levigata”, chi di “film che sconvolgerà l'Italia”, sempre in riferimento al superamento del confine con l'erotismo. Nella risma di parole, però, passa in secondo piano il racconto della ninfomane, Joe, interpretata da un'intensa e travagliata Charlotte Gainsburg. La scelta di affidare il racconto a uno dei personaggi, in questo caso, alla protagonista stessa, diventa il pretesto, ma soprattutto il fil rouge, che consente di unificare gli otto capitoli in cui si divide l'opera di von Trier, corrispondenti ad altrettante tappe della vita di Joe. Accanto, il confronto con Seligman, l'uomo che la soccorre in una gelida notte d'inverno, dopo averla trovata riversa a terra, ferita e priva di sensi.
Dall'infanzia, periodo in cui Joe scopre quella che definisce “la sensazione”, all'adolescenza, quando perde la verginità, fin dall'inizio, il film sonda la materia della sessualità, senza scendere nella rappresentazione di maniera. La ninfomane di Von Trier non è una pantera piuttosto un'abile pescatrice che, nel capitolo uno, compete con B (i cui abbigliamenti e look ricordano quelli della baby-prostituta Christiane F.) per una busta di cioccolatini. Il “gioco” consiste nel sedurre quanti più uomini possibili; Seligman accosta la sfida delle ragazzine alla pesca, analogia che mette in evidenza, prima che il lato erotico, quello umano delle dinamiche che si creano tra Joe e le sue “prede”. La seduzione è una vera e propria arte, la componente sessuale s'intreccia a un bisogno che sembra superare l'animalità stessa, come mostrano le reazioni degli uomini, giovani e meno giovani, conquistati dall'adolescente.
Nel secondo capitolo, irrompe qualcosa: il sentimento rinnegato, quell'amore rigettato dalla stessa protagonista. L'incontro con Jerôme, uno Shia LaBeouf alle prese con un ruolo insolito e curioso, inizia a far traballare il cinismo su cui la giovane ha costruito e continua a costruire i propri rapporti. Quando nel capitolo tre irrompe la signora H, qualcosa in Joe inizia a muoversi. Si accorge che la sua libertà sessuale ha delle conseguenze nella vita delle altre persone. Quello che allo spettatore appare come un gioco, per la protagonista è il frutto di una dipendenza che ha effetti distruttivi sul vissuto di altri. La signora H irrompe accompagnata dai figli nella casa della ninfomane, diventando il motore di una delle scene (tragi-comiche) più riuscite. Uma Thurman, nel ruolo della moglie tradita e abbandonata, si cala in un contesto grottesco e straniante, dando un ottimo saggio di recitazione, e entrando nel ruolo di uno dei personaggi più riusciti. Al quarto capitolo, il delirio del padre dà vita al momento più lacerante,anche se, al di là delle interpretazioni freudiane, lo spettatore resta sospeso nel dubbio inerente al rapporto con i genitori. Malgrado la situazione, il sesso è un richiamo cui Joe non riesce a sfuggire e, al capitolo cinque, il ritorno alla normalità avviene all'insegna della polifonia. Un parallelismo musicale che si realizza alla presenza di tre amanti, di cui il terzo rappresenta un ritorno inatteso per la ragazza, ormai prigioniera di una routine che sembra sul punto di spezzarsi.
Il capitolo cinque chiude il Volume I. La pornografia su cui si sono costruite polemiche, non è il reale fulcro attorno al quale ruota il film, anche se indubbiamente ha un ruolo importante, né mancano momenti forti. La Joe che si racconta a Seligman è una donna di cinquant'anni che analizza il proprio vissuto, ponendosi in confronto a un uomo che la soccorre e la ascolta, senza giudicarla. Anzi, nel vissuto della donna, Seligman pare ravvisare quella libertà cui la maggior parte degli esseri umani, ma soprattutto delle donne, per ragioni di convenienza e di vincoli sociali, non ha accesso. Joe, d'altro canto, sembra cercare una ridefinizione di sé, tanto che probabilmente per la prima volta, con un uomo, trova un momento di confronto sul sesso, puramente “teorico”. Quello che emerge nel film non è il sesso, che oltretutto non ha nulla della patinatitura plastica (nel senso estetico e chirurgico) che troviamo in molta filmografia porno e porno soft. Il sesso è una coazione a ripetere e la libertà da vincoli sentimentali, diventa in realtà una prigione. Joe è una donna travolta dagli eventi e dalle pulsioni. Al termine del Volume I restano sospesi numerosi quesiti, soprattutto in rapporto a Jerôme, un personaggio che sembra nascondere un segreto.
Nymphomaniac è distribuito non solo in due parti, ma anche in due versioni, di cui una della durata di quattro ore, l'altra, invece, della durata di cinque ore e mezza. Quest'ultima versione sarà distribuita quest' anno, in data da confermare. Nel frattempo, esce quella “ridotta”. Dal punto di vista tecnico, secondo quanto riportato nei comunicati ufficiale, la censura ha riguardato i primi piani più espliciti dei genitali, in sostanza, d'accordo con Von Trier, la durata è stata ridotta dai suoi montatori; la stessa è stata decisa da alcuni finanziatori dei film: due parti di due ore ciascuna. Il Volume II uscirà il prossimo 24 aprile, e si attende di sapere quello che accadrà a Joe e, soprattutto, cosa l'ha portata a Seligman malconcia e ferita.